Dati oscillanti in questa estate 2023 per quanto riguarda il turismo culturale. Vediamo quali sono i trend individuati fino a questo momento, consapevoli che i dati definitivi arriveranno solo a fine estate.
Iniziamo con lo studio dei Consumi Culturali degli Italiani, realizzato nel secondo semestre del 2023 da Impresa Cultura Italia - Confcommercio. Lo scopo del suo Osservatorio Permanente è realizzare una costante attività di monitoraggio per conoscere abitudini, mode e tendenze dei consumatori. Inoltre, gli studi consentono di cogliere novità e cambiamenti nei gusti e nelle esigenze dei pubblici di riferimento, favorendo l’accesso ai beni e ai servizi culturali tramite un’offerta adeguata.
Il primo dato che emerge? Un aumento della spesa media da parte degli appassionati del mondo culturale, affiancata dalla marcata riduzione della percentuale dei soggetti che dichiarano di spendere denaro in attività culturali. Insomma, si spende di più, ma sono meno persone a farlo. Come si spiega? Secondo Riccardo Grassi della SWG, che ha collaborato allo studio dell’Osservatorio, la platea complessiva è calata, ma questo non significa necessariamente un calo di interesse. Da una parte si rileva come gli italiani vorrebbero “consumare” più cultura, ma si trovano di fronte al problema dei costi (soprattutto per le famiglie con due o più figli). Dall’altra si rileva come l’offerta non sia all’altezza delle aspettative, soprattutto nelle isole e nel Sud Italia. A livello nazionale, l'offerta culturale dei territori è considerata adeguata solo dal 25% degli intervistati, con le critiche maggiori dalla fascia 35-54 anni.
Più di un italiano su due, in generale, sarebbe interessato alla possibilità di fare un week end culturale, attraverso pacchetti che offrono un’esperienza completa e con una prospettiva di spesa di circa 200 euro a persona. Nello scegliere le destinazioni turistiche per le vacanze, il 25% degli intervistati sostiene che ad influire sia la presenza di musei e siti archeologici e il 14% per le mostre, eventi, concerti e rassegne culturali. Per quanto riguarda la platea più giovane, invece, si può notare un rinnovato interesse per le attività dal vivo all’aperto, come festival letterari, scientifici e appuntamenti con personalità di rilievo.
Una crescita promettente, ma che nasconde notevoli rischi, soprattutto per Carlo Fontana, presidente di Impresa Cultura Italia. Fontana sostiene infatti che questo dato non sia un volano permanente per alimentare il circolo di spesa del turismo stesso. Il problema di questa offerta di eventi, quando questa viene elaborata per massimizzare i consumi e non valorizzare i consumatori, rischia di impedire la costruzione di nuovi pubblici, a partire dai più giovani. Insomma, un meccanismo che rischia di andare di bloccarsi proprio alla fine della stagione estiva, data la molto frequente occasionalità dell’offerta culturale, legata a un periodo troppo specifico come l’estate. Serve quindi “ripensare la stessa offerta oltre il tempo di una stagione, affinché questa non si limiti ad intercettare i flussi turistici, ma riesca a soddisfare una domanda più consapevole e stabile di esperienze di cultura, riportando qualità, reputazione e valore sul territorio”.